confusione – Sara Tamponi
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Sebastiano

“Friggitrice ad aria” cita una copertina verde fluo.

Mah.

La libreria è disordinata, con volumi su volumi impilati sul pavimento. C’è persino un cagnetto che sonnecchia di fronte a uno scaffale sul suo piccolo cuscino. Mi viene difficile passare, ho paura di pestargli una zampa, così mi avvicino ai titoli per leggerli meglio, in punta di piedi. E di fianco al libro sulla friggitrice sta uno sui fiori. Poi uno sulla meditazione. Un altro sul mangiare sano. Li studio uno a uno, con attenzione, alla ricerca di una logica che non c’è. Sono venuta qui per cancellare le ombre, per fare chiarezza nella mia mente, ma la libreria è più confusa di me. Il cagnetto inizia ad abbaiare.

<<Sebastiano!>> lo rimprovera la commessa, poi lo prende in braccio ed esce fuori, lasciando il negozio incustodito. Continuo a girare tra gli scaffali, guardando i titoli dei volumi e delle sezioni: psicologia, fantasy, letteratura classica. Apro alcuni libri, li sfoglio, leggo qualche riga. Niente da fare. Mi arrendo.

Lascio la libreria, entro in profumeria e prendo un rossetto color mattone, poi mi passo la mano tra i capelli. Sembrano paglia. Scelgo un balsamo a caso e vado alla cassa.

Esco dal negozio e mi siedo su una panchina. Recupero il rossetto e lo smartphone dalla borsa, apro la fotocamera e passo la tinta rossa sulle labbra, poi mi guardo.

Meglio.

Rimango qualche minuto seduta di fronte alla libreria, noto la commessa chiudere la porta a chiave.

Certo che Sebastiano, per un cane, è proprio un nome stupido.

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Racconti

Riassunto

Niente vestiti, notti soffocanti, capelli sempre bagnati.

Pinguini nelle cuffie, persone sudate, fermate dell’autobus deserte.

Mare piatto, sabbia bollente, puzza di traffico al rientro a casa.

Pesca sul molo, mute da sub, pesci colorati e pinne velenose.

Compleanni malinconici, solitudine, nessuna voglia di ascoltare ma solo di pensare.

Crema solare, materassini, pressione bassa e pensieri confusi.

Schizzi di vernice, buste pesanti, una casa piccola in mezzo a un giardino.

Parole disordinate perché non sai bene cosa fare, se continuare a guidare o lasciar andare.