Esprimi un desiderio – Sara Tamponi
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Esprimi un desiderio

Un ragazzo siede su una poltrona in vimini nel suo giardino.
Tiene una mano appoggiata sulla coscia mentre con l’altra accarezza il suo cane.
Fissa il ramo di un albero di fronte a sé e pensa.
All’improvviso si alza, recupera il casco e sale in sella alla sua moto; ancora non sa dove è diretto.

Una ragazza siede su una poltrona in vimini nella sua veranda.
Tiene il computer in grembo mentre cerca di buttare giù parole faticose. Le idee non mancano ma le frasi sono difficili, non vogliono venir fuori. Cerca di concludere un progetto che si trascina da mesi ma è come un sogno in cui scende gli scalini e ogni passo è lento, infinito, come se le gambe non rispondessero ai suoi comandi.
Fissa lo schermo e i pensieri scorrono.
Inizia a battere nervosamente un piede sul pavimento.
Lo schermo del telefono si illumina.
Una notifica.

<<Sigaretta e due chiacchiere di fronte al mare?>>

Sembra che la proposta sia arrivata al momento giusto.
Si fa una doccia, mette il mascara, raccoglie i capelli in una coda e recupera il casco.

No, lui non sta andando da lei e lei non ha ricevuto un suo messaggio.
Ci sono solo quella poltrona in vimini e il casco, ma non si conoscono.
Lui è diretto chissà dove, perso nei suoi pensieri. Lei conosce la sua meta: è il suo posto del cuore, quello di quel primo bacio.

Mare pensieri vento sulla sella tramonti chiacchiere e sigarette si sfiorano ma non si incontrano mai.

I loro pensieri sono diversi ma la sensazione è comune: impotenza.
Entrambi vorrebbero ottenere qualcosa su cui non hanno il controllo. Che si tratti di un amore o di un sogno nel cassetto non importa: il loro traguardo, però, sembra non arrivare mai.

Scrivo sul telefono perché ho paura di farlo al pc e magari le parole non usciranno. Si sono fermate troppe volte e stavolta gli scalini del sogno non sono in discesa ma in salita e io non riesco a muovere neanche un passo.
Li ho fatti di corsa per mesi non con la speranza, ma con la certezza di arrivare.

Adesso la certezza vacilla.
Il corpo è immobile e la mente è annebbiata.
Sarà colpa dei quaranta gradi brucia neuroni per due mesi di fila?
Sarà questo silenzio che toglie la parola perché nessuno ti ascolta?

Uno, due, tre.
La pietra rimbalza tre volte sull’acqua e io esprimo un desiderio.

Lui è al mio fianco e ha una fede incrollabile. Sa che tutto si risolverà.

<<È un periodo di transizione. Saremo felici, vedrai>>

Lo guardo e annuisco. Gli credo, mi fido di lui.

<<Mi vuoi bene?>>

<<Più di quanto immagini>> mi risponde, mentre mi dà un bacio sul naso.

Gli prendo la mano. È calda e asciutta, mi dà un senso di calma.

<<Siamo noi quello che conta davvero>>